Alcuni progetti di sviluppo o attività possono esere realizzati grazie a contributi provenienti dal Territorio, cioè da privati cittadini, Associazioni e da Aziende private che scelgono di destinare piccole o importanti cifre o il loro tempo o la loro collaborazione a favore delle iniziative promosse dalla Cooperativa.
Questo aspetto vivo e vitale mi sembra calzante e aderente alla "teoria del dono" approfondita da antropologi e antropologi culturali studiando le usanze di tribù e popolazioni sudamericane ed africane.
Si tratta di considerare il dono - pratica esistita e tuttora esistente - come forma di economia che si avvale di regole ben precise tra cui la circolarità implicita (che implica la impossibilità della contrattazione) e il continuo movimento del dono stesso. In tali popolazioni "primitive" basate su un un'economia di sussistenza i legami tra i membri sono fortissimi.
Realtà lontanissima dal nostro mondo moderno occidentale ma applicabile concettualmente anche alla nostra esperienza se pensiamo che.....
Ogni donazione diventa un gesto di fiducia sociale, dato che un dono crea un rapporto tra le parti coinvolte.
Intendere il tempo di volontariato, la donazione in denaro, un supporto qualsiasi su base di gratuità, come se fosse un dono, antropologicamente inteso come sopra, ha come conseguenza il fatto di considerarne la circolarità: il dono è donato alla Cooperativa la quale lo rimette in circolazione impiegandolo a beneficio delle persone in situazione di disagio e emarginazione per migliorarne la qualità di vita, il benessere esistenziale e relazionale....lo stesso dono iniziale quindi ritorna alla comunità sotto forma di Bene Comune.
Ed ecco che, attraverso questo scambio di doni il valore e la forza dei legami tra le persone crescono, creando una comunità sociale ma, oso affermare, anche spirituale.